La storia
IL CARDINALE SCHUSTER E S. MARIA LIBERATRICE IN PIENA GUERRA
Il Cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954, durante i terribili anni del secondo conflitto mondiale invoco con grande fede l’intercessione della Madonna come Liberatrice dalla guerra e come guida per il difficile cammino della pace e della ricostruzione di Milano e dell'Italia.
Per ottenere queste grazie dalla Vergine Maria, nella lettera pastorale dell'Avvento del 1943 scritta dopo la capitolazione italiana dell'8 settembre l'Arcivescovo formulò due voti: rinnovare il triduo di Celebrazioni Eucaristiche e Sante Comunioni, di giorno e di notte, nei santuari mariani dell'Arcidiocesi, come avvenuto nel giubileo del 1933; erigere e dedicare al Cuore Immacolato di Maria una nuova chiesa parrocchiale in Milano.
Riportiamo qui i passi più significativi di quel documento e la preghiera conclusiva a Maria Liberatrice.
“L'anno scorso (...) l'atto solenne di consacrazione delle parrocchie al Cuore Immacolato di Maria venne celebrato il giorno 8 dicembre 1942 . Compiuto ormai l'anno, e opportuno di ripeterlo. Sebbene la grazia desiderata e promessa ancora non sia stata ottenuta, pure Dio e la Madonna si compiacciono dell’insistenza nostra nel chiedere. Non si è mai udito al mondo, che alcuno si sia rivolto a Maria e sia rimasto inascoltato. C'è un problema della, guerra, ed un non meno arduo problema della pace.
Lo chiamo arduo, perché ci vuole più ad edificare che a distruggere, e dopo tanti anni di distruzione, ora in Italia è tutto da riedificare. (...) A grazia ottenuta, domanderemo alla S. Sede Apostolica la facoltà di rinnovare nei diversi santuari dell'Archidiocesi quel devoto triduo ininterrotto così di giorno come di notte di sante Messe e di generali Comunioni, che celebrammo or sono dieci anni. Lo ricordate? A perenne ricordo della grazia ottenuta, erigeremo poi a Milano una delle nuove chiese parrocchiali, intitolandola al Cuore lmmacolato di Maria. Siamo intesi?
A MARIA LIBERATRICE
Ed ora, o Vergine Beatissima, a Te mi rivolgo, Te invoco, che i nostri Padri hanno salutato siccome pelago di grazie, trono di misericordia, Santa Maria Liberatrice. Le nostre calamità sono così grandi e numerose, che le sorpassa e vince soltanto la misericordia tua immensa.
Tu generasti nel gaudio il Salvatore del mondo. Ora, per Natale, come potremo associarci al tuo gaudio, noi che abbiamo perduto tutto, e che piangiamo assenti e presenti, morti e vivi, prigionieri e liberi, senza pace, senza sufficienti mezzi per sfamarci, senza la serenità nella speranza d'un prossimo e migliore avvenire?
Noi però riponiamo in Te, o Madre, la nostra fiducia, la nostra unica fiducia. Ricordati, o Maria, che è per noi poveri peccatori che tu sei stata prescelta alla dignità di Madre di Dio, perché divenissi cosi madre e rifugio di tutti i bisognosi e derelitti, Santa Maria Liberatrice, come ti salutarono già gli antichi Pontefici nel Foro di Roma.
Adempi, o Madre, il tuo divino mandato. Noi non ci partiremo dai tuoi piedi, sin tanto che tu non avrai rasciugato le nostre lacrime e non ci avrai rassicurato del perdono del Figliuol tuo Gesù Cristo.
Prendi tu, che il puoi, il suo braccio onnipotente, e con esso traccia sul popolo a te devoto il segno della sua benedizione, pegno di riconciliazione e di pace; così che nella prossima notte santa anche noi possiamo associarci ai cori Angelici e cantare insieme con loro:
Gloria a Dio nel piu alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Sia questo il dono Natalizio di Santa Maria Liberatrice.”
(Dalla Lettera Pastorale Natalizia - 28 nov. 1943) - Ildefonso, Card. Arcivescovo
IL PIANO DI MORTE PER MILANO - LA PACE
Nell'aprile 1945, ultimi giorni di guerra, il Card. Schuster si adoperò con i belligeranti e pregò la S.
Vergine affinché Milano - già sottoposta a bombardamenti negli anni precedenti - non venisse
rasa al suolo dalle forze militari dell'Asse: il piano di distruzione era pronto e l'Arcivescovo ne era venuto a conoscenza. L'intera Lombardia rischiava di diventare terra bruciata e campo di battaglia.
La mediazione e le preghiere del Card. Schuster ottennero il risultato richiesto alla Madonna: i capi militari firmarono la resa risparmiando Milano.
Lo stesso Cardinale, negli scritti e nelle omelie del periodo immediatamente successivo, racconta quei drammatici giorni e la loro conclusione, elevando a Maria il suo commosso ringraziamento e rinnovando l'impegno a mantenere il voto di innalzare una chiesa a Lei dedicata.
“Ormai, era tracciata la pianta dei luoghi minati, perché al momento stabilito, centinaia di mine Facessero sinistramente saltare in aria tutta quanta Milano, trasformandola in unimmenso braciere.
Quindici giorni fa, le più alte Autorità dell'Asse mi esprimevano in iscritto il loro disperato proposito di trasformare la Lombardia in una specie di hinterland Germanico difeso da oltre un milione e mezzo di uomini che ancora loro rimanevano. Gelai in cuore a quella dichiarazione e prudentemente vi tenni celati quei piani di morte, quando la mattina del 24 aprile ci raccogliemmo a San Vittore per celebrare la processione di penitenza e la santa Comunione Generale, in onore della Madonna del Buon Consiglio.
Ero appena tornato in Arcivescovado, quando, i due supremi rappresentanti dell'Asse simultaneamente mi facevano pregare di affrettare nel condurre a buon termine la mia opera di mediazione, poiché oramai essi erano disposti a firmare in quel giorno stesso il documento di capitolazione all'ombra della Madonnina del Duomo, su terreno neutrale, ed in mia presenza. (...)” (Dal discorso tenuto in Duomo il 6 maggio 1945) Ildefonso, Card. Arcivescovo
(...) Ed ora, il tributo della nostra riconoscenza a Maria. Maria, da noi fervidamente invocata, è venuta finalmente in nostro aiuto.
Mentre la nostra città era ormai pronta a saltare in aria allo scoppio delle mine; mentre le due Armate concordi dell’Asse avevano deciso di trasformare la Lombardia in una vasta terra bruciata, ad un certo punto, e prima ancora che l'Esercito alleato potesse iniziare tra noi le sue operazioni, la SS. Vergine dispose cosi gli eventi, che ad un medesimo tempo tanto il Gen. Wolf quanto Mussolini domandarono al Cardinale di Milano il favore della sua mediazione, disposti a firmare una conveniente capitolazione in Arcivescovado, ai piedi della Madonnina del Duomo.
Tanto per la storia, e per ricordare anche ai posteri che la grande vincitrice tra noi è stata la SS. Vergine. Aurea Madonnina, che sulla maggiore guglia del nostro Duomo hai visto più volte cadere ai tuoi piedi bombe di grosso calibro e spezzoni incendiari!
Tu che, durante quelle notti memorande hai contemplata la tua Milano aureolata e avvolta entro una cerchia di edifici in fiamme, mentre nell'interno della città le rovine di migliaia di case distrutte divenivano sepolcro per i lacerati cadaveri di tanti figli tuoi! Aurea Madonnina, che hai pianto tanto con noi, lascia oramai cadere giù dalle tue spalle il funereo velo grigio che finora ti ha ricoperto, per mostrarti ancora una volta ammantata
d'aureo peplo e recinta d'un diadema di dodici stelle attorno al capo. No, non è stata delusa la nostra speranza, la speranza di quel di - lo ricordi, o Madonnina - in cui salimmo a deporre ai tuoi piedi la collezione dei libri d'oro dell'Archidiocesi, contenenti le promesse sottoscritte da centinaia di parrocchie ambrosiane, i cui fedeli s'impegnavano a salutarti ogni giorno colla recita del tuo Rosario. Non è stata punto delusa la nostra speranza; e sequesta nuova aura di pace viene ora a baciare chiese e campanili di paesi Lombardi ancora incolumi, sono precisamente quelli che avevano stretto teco un sacro patto di fedeltà e di preghiera. (...) lldefonso, Card. Arcivescovo (Dalla Lettera Pastorale nella festa della Madonna del Buon Consiglio - 1 maggio 1945)
LA DEVOZIONE A S. MARIA LIBERATRICE
ln occasione del primo anniversario della Liberazione, il Card. Schuster ricorda nei suoi scritti i drammatici fatti dell'anno precedente e attribuisce alla intercessione della Vergine la conclusione di pace di quegli avvenimenti.
Per questo motivo l'Arcivescovo dà disposizioni perché venga celebrata la festa liturgica di S. Maria Liberatrice nella domenica successiva il 25 aprile.
25 APRILE: FESTA DELLA LIBERAZIONE
Si avvicina il Primo Anniversario della prodigiosa Liberazione di Milano e dell'intera Lombardia, quando il 25 aprile presso il tavolo dell'Arcivescovo, i Tedeschi dapprima, indi il Capo della «repubblica›› fascista decisero di deporre le armi e di porre fine alla guerra.
Un tale mutamento di eventi non ha facilmente una spiegazione umana, quando, qualche giorno prima l'Asse dichiarava allo Scrivente d'avere ancora un milione e mezzo di uomini coi quali continuare la lotta!
L'improvviso cambiamento di scena venne sin da allora attribuito all'intercessione della Vergine Santissima, “da noi caldamente e per tanti anni assiduamente invocata. Milano, 17 marzo 1946.” Ildefonso, Card. Arcivescovo
“Analogamente a quanto abbiamo già promulgato qualche settimana fa, il giorno 25 aprile prossimo in tutte le Parrocchie dell'Archidiocesi si celebri in ringraziamento al Signore la Festa della Liberazione. Nella precedente domenica, i Parroci spieghino al popolo e pongano bene in evidenza la natura
prodigiosa di questa liberazione della Patria (...) La solennità liturgica in onore di Maria SS Liberatrice, viene trasferita alla seguente domenica.
A Milano, il giorno 25, alle 12, le Rappresentanze delle Associazioni di Azione Cattolica sono invitate in Arcivescovado nella storica sala dove l'anno scorso, in quell’ora medesima avvenne la Resa dell'Armata Tedesca di Lombardia, e dopo tre ore, quella di Mussolini. ll Card. Arcivescovo commemorerà lo storico avvenimento, e l'adunata terminerà poi nella Cappella Arcivescovile, dove si deporranno fasci di fiori ai piedi della SS. Vergine donde appunto mosse il Cardinale per recarsi a trattare coi due Rappresentanti dell'Asse.” Milano, 13 aprile 1946. lldefonso, Card. Arcivescovo
NASCITA DELLA CHIESA DI SANTA MARIA LIBERATRICE
In seguito agli inviti del Cardinal Schuster si diffuse la devozione alla Madonna sotto il titolo di Liberatrice, specialmente nella parrocchia di Maria SS Assunta in Vigentino, dove, con la piena approvazione dell' Arcivescovo nacque la “Pia Associazione di Maria SS Liberatrice" con lo scopo di ottenere dalla Madonna la liberazione da tanti altri mali che opprimono la società
Dopo i primi anni della ricostruzione, nel territorio della parrocchia di S. Maria Assunta in Vigentino ebbe grande sviluppo un grande quartiere in Via Antonini e si presentò l’esigenza di costruire una nuova chiesa in quella zona.
In un incontro avvenuto verso la fine di novembre del 1952 tra il parroco dell'Assunta don Carlo Gianassi, il Presidente della giunta parrocchiale dell'Azione Cattolica e il Cardinal Schuster venne esposto il proposito di costruire una nuova chiesa e l'intento di dedicarla a S. Maria Liberatrice.
ll Cardinale, pur non nascondendo le difficoltà dell'opera, la approvo e la benedisse. ln quella occasione ricordò che fu egli a portare a Milano la devozione a Maria SS. Liberatrice, già in onore a Roma prima del Mille, come provato dal tempio antichissimo esistente nel foro romano dedicato alla Vergine col titolo suddetto e nel quale era venerato un quadro miracoloso della Madonna, poi trasportato in una parrocchia di Roma, dedicata appunto a Maria SS. Liberatrice.
Pochi giorni dopo l'incontro perveniva al Prevosto dell'Assunta in Vigentino il seguente prezioso autografo:
Rev.mo Signor Prevosto, un tempio milanese dedicato a Maria Liberatrice rappresenterebbe un monumento votivo di gratitudine alla Vergine, che il 25 aprile 1945 ha liberato Milano e la Lombardia dall'eccidio e dalla distruzione. Benediciamo di gran cuore il pio progetto, e supplichiamo il Signore: “qui dedit velle dabit Ipse penicere”(Colui che ci ha dato di volere Egli stesso ci permetterà di portare a termine). Dio ci benedica tutti."
Milano, 30 novembre 1952” Ildefonso, Card. Arcivescovo
Negli anni seguenti furono attivate le iniziative necessarie per la costruzione della nuova chiesa e delle opere parrocchiali annesse.
Due anni dopo la morte del Card. Schuster, avvenuta nel 1954, il suo successore Arcivescovo Montini pose la prima pietra il 29 aprile 1956. La chiesa di S. Maria Liberatrice venne consacrata dall'Arcivescovo Montini il 26 ottobre 1958.
LA CHIESA DI SANTA MARIA LIBERATRICE L'INIZIO
L’incontro avvenuto nel novembre del 1952 fra il Card. Schuster e il Prevosto dell'Assunta in Vigentino, don Carlo Gianassi, segnò il via al progetto della Chiesa di S. Maria Liberatrice. Venne costituito un Comitato d’onore per la realizzazione dell'opera, sotto l'alto patronato dell'Arcivescovo, presieduto dal prof. Giordano Dell'Amore. Si formò anche un Comitato Esecutivo.
IL TERRENO
ll terreno per la chiesa e per le opere parrocchiali, a prezzo conveniente, venne offerto da un parrocchiano, il signor Bonzano dopo una S. Messa celebrata da don Gianassi all'altare di S. Maria Liberatrice in Roma.
Era un'area di circa 14.200 metri quadrati, con fronte sulla via Antonini, al centro dei nuovo quartiere costruito dal Comune di Milano e già abitato da 7.000 persone.
Il Comitato pro Nuovi Templi (diocesano) mise a disposizione una cospicua somma per impegnare quello spazio, al cui pagamento contribuì la popolazione e per il quale venne stipulato dal Prevosto un mutuo bancario.
LA “PRESA DI POSSESSO” DEL TERRENO
ll prevosto dell'Assunta, don Carlo Gianassi, volle evidenziare l'importanza spirituale del progetto con significative manifestazioni di devozione. Domenica 26 aprile 1953, nel pomeriggio, si svolse una lunga processione che dalla chiesa parrocchiale dell'Assunta in Vigentino, con il quadro di S. Maria Liberatrice dipinto dal pittore Barberis (ora si trova nella nostra chiesa su una parete laterale a destra), giunse sul terreno destinato alla costruzione del nuovo tempio. ll prevosto benedì solennemente il terreno e lo “consegnò” a Maria perché prendesse possesso di quell'area e della futura chiesa a Lei dedicata.
A partire dal gennaio 1954 venne pubblicato il Bollettino "Maria SS. Liberatrice” , distribuito in Parrocchia e fuori, per diffondere la devozione e promuovere la raccolta di fondi attraverso varie iniziative.
Domenica 30 maggio 1954 la festa di S. Maria Liberatrice fu celebrata a chiusura del mese mariano, anziché alla fine di aprile. Nel pomeriggio avvenne una lunghissima processione col quadro di Maria SS. Liberatrice fino al terreno della chiesa nuova, dove si svolse una cerimonia religiosa; al ritorno nella chiesa dell’Assunta avvenne l'atto di Consacrazione della parrocchia alla Madonna.
LA CHIESA: PROGETTO E PRIMA PIETRA
All'inizio del 1955 il progetto per la Chiesa e le opere i parrocchiali era stato già predisposto dall'Architetto Ezio Cerutti.
Nella seconda metà del 1955 cominciarono i lavori di costruzione del Salone Parrocchiale, capace di 800 posti e inizialmente utilizzato come Cappella, con annesso alloggio per un sacerdote coadiutore.
ll 29 aprile 1956 è una data importante e significativa: l'Arcivescovo Giovan Battista Montini (successore del Card. Schuster, morto il 30 agosto 1954) benedice solennemente il nuovo salone parrocchiale, terminato, e pone la prima pietra per la costruzione della nuova chiesa: un cofanetto di metallo, contenente la pergamena firmata dall'Arcivescovo e dalle Autorità presenti, viene deposto nell'incavo della prima pietra, sigillata e calata nell’apposito scavo.
NASCE LA PARROCCHIA DIS. MARIA LIBERATRICE
Il 3 maggio 1956 l'Arcivescovo Montini con proprio decreto sancisce la nascita della Nuova Parrocchia intitolata a S. Maria Liberatrice. Per più di un decennio essa viene gestita dai Prevosto e dai sacerdoti coadiutori di S. Maria Assunta in Vigentino; dal novembre 1967 (Avvento) la parrocchia verrà affidata ai Sacerdoti della Diocesi di Padova acquisendo una completa autonomia, una propria fisionomia e una propria vita.
Il 27 agosto del 1956 muore il Prevosto dell'Assunta don Carlo Gianassi, che tanto si era impegnato perla devozione a Maria SS. Liberatrice e per la nascita della nuova chiesa a Lei dedicata. Lo stesso Arcivescovo Montini ne aveva riconosciuto la fede e lo zelo apostolico durante la cerimonia della posa della prima pietra.
LA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA
Due anni e mezzo dopo la posa della prima pietra, la Chiesa di S. Maria Liberatrice è terminata. Domenica 26 ottobre 1958 il nuovo tempio viene consacrato dall'Arcivescovo Montini, alla presenza di numerose Autorità e della popolazione del quartiere.
Il lungo rito inizia di buon mattino e comprende diversi momenti ricchi di significato, di cui si segnalano principalmente
- le preghiere penitenziali fuori dal tempio;
- la triplice aspersione esterna dei muri della chiesa, come luogo di santità, devozione, unità, carità e grazia;
- l’ingresso nel nuovo tempio con il segno redentore della croce, l'annuncio della pace, il simbolo dell’onnipresenza di Dio tracciato con tutte le lettere dell’alfabeto greco e latino sul pavimento;
- i riti di aspersione interni con la benedizione dell'altare (sette volte), delle pareti (tre volte), del pavimento e delle porte della chiesa come casa di preghiera, di purificazione e di perdono;
- la consacrazione dell’ altare nella cui mensa vengono sigillate al centro le reliquie dei Santi Martiri e sopra le quali verrà celebrato il rito eucaristico;
- la benedizione delle suppellettili sacre (tovaglie, vasi sacri e altro);
- la celebrazione della prima S. Messa.
Siamo proprio nei giorni del Conclave che deve scegliere il successore di Pio XII: il 28 ottobre 1958 viene eletto Papa Giovanni XXIII, il pontefice del Concilio Vaticano II. Nel dicembre 1958 Papa Giovanni nominerà Cardinale l'Arcivescovo Montini, che gli succederà col nome di Paolo VI (1963-1978) e porterà a compimento il Concilio.